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Capitello di Sant'Antonio sulla Degora

Parrocchia di Villa del Ferro

Le colonne sono incassate nel muro per 25 cm., la base di m. 1,30. È uno dei più vecchi capitelli-edicola del paese (fine 1700) ed è anche il più rinomato, almeno un tempo. È dedicato a Sant’Antonio da Padova e si trova a ridosso della Deroga, sulla strada comune per Campolongo, detta per questo, la strada di Sant’Antonio. Ritengo sia stato eretto per volontà del Co. Bollani, dato ch’egli era di Padova. Ogni nobile del posto, come già avevamo fatto i Priuli con San Girolamo e i Trissino con la Madonna dell’Annunciazione, introduceva la devozione del proprio Santo.
Il capitello presenta il Santo dei miracoli col Bambino in braccio, posato sul breviario ed il giglio nell’altra mano, dentro una grande nicchia ben evidenziata da profonde colonnine in pietra berica che sostengono l’arco romanico a tutto sesto. Sopra l’arco, dedotta da un fiore di giglio, campeggia una motivazione in alto rilievo; sulla colonnina di di sinistra è ricavato il salvadanaio per le libere offerte, andato ora distrutto.
All’interno spicca un cilindro in pietra lavorata, raffigurante tre fiori e due alberelli e che viene usato come candelabro od anche portafiori o a semplice ornamento. La nicchia, protetta da una fitta rete metallica, con possibilità di apertura, è ricavata tutta nel muro perimetrale della proprietà Luigi Crivellaro, un tempo Bollani. Alla base della nicchia sta una semplice pietra, molto ben proporzionata e sostenente le due colonne. Con esse la detta pietra dà a tutta l’edicola sembianza d’altare.
In miniatura riproduce le arcate della barchessa, tali e quali erano ancor prima dell’immane incendio che le distrusse da capo a fondo nel 1868.
A questo settecentesco capitello facevano capo, fino a pochi anni fa, alcune processioni partenti dalla chiesa, tra cui quella del 13 giugno, festa propria del Santo titolare, durante la quale i bambini, prediletti dallo stesso, spargevano sulla strada petali di giglio, fiore emblematico della sua vita. Quattro giovani, uguali di nome al detto Santo, recavano sulle spalle la sua prodigiosa statua, tolta dall’altare in chiesa.
Alle processioni, in altri momenti dell’anno, vi passavano accanto prima d’inforcare la strada della Deroga fino al Samoro e dirette alla Cesola. Poi la strada, forse da quando la proprietà Bollani venne divisa, fu sbarrata impedendo il transito totale dal Murazzo al Samoro stesso.
Sant’Antonio è ancor oggi molto onorato e venerato dal popolo.
Purtroppo in questo capitello non è celebrata la festa di Sant’Antonio come si faceva solennemente un tempo. Anche questa è un’altra tradizione che va perduta.

Testo a cura di: Rizzerio Franchetto e Carmela Bressan

Posizione